INDIETROAVANTI IL CRISTO Allora i soldati, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto, intrecciarono una corona di spine e gliela posero sul capo, gli misero una canna nella mano destra, poi gli si inginocchiarono davanti, schernendolo "salve, re dei giudei". Gli sputarono addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percossero sul capo. Dopo averlo così schernito gli tolsero il manto….. gli fecero nuovamente indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Proprio da queste parole del Vangelo secondo Matteo ha inizio la mia rappresentazione del Cristo, il Figlio di DIO fatto uomo, eccolo, proviamo a guardarlo come uomo, percosso, con le spine che lacerano il capo, con gli occhi umidi di lacrime, sul volto la paura della crocifissione, vestito con abiti umili ma se ci concentriamo solo sul viso ci accorgeremo che non ho dipinto solo la paura, il dolore, lo smarrimento di colui che sulla croce prima di morire griderà:"elì, elì, lemà sabactàni?". Che significa:"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Ho cercato di andare oltre, di dare vita al volto, ho cercato il dialogo mentre lo stavo dipingendo ed è proprio questo dialogo che ha guidato la mia mano nel disegno, nei colori, nella ricerca espressiva e più cercavo di dipingere la sua sofferenza, più mi accorgevo che quel volto emanava pace e serenità. Donghi Giuseppe |